martedì 17 giugno 2014

LA PAGELLA DELLA SECONDA ETA'.

Tra poco più di un mese completerò il mio primo trentennio in questo mondo , 30 è una cifra importante , tanto quanto come 18. 
Compiere trent'anni per me equivale a una specie di maggioretà 2.0 , è un po' come aver superato l'esame teoria  e ora quello di pratica . Sempre di maturità , libertà , responsabilità si tratta ma ad un livello diverso.  A 18 hai tutta la vita davanti , inizi ad avviarti per la tua strada con uno zainetto pieno di speranze desideri e progetti , a 30 sei già avviata , hai già fatto e provato tante cose, sai cosa ti piace e cosa no, sai quali sono le tue capacità e quali i tuoi limiti , conosci un po' l'ambiente che ti circonda,cosa ti offre e cosa non troverai . A 30 anni continuerai il tuo viaggio con un bagaglio alleggerito , diciamo che a 30 anni si affronta il mondo più con una pochet che con l' eastpack .


A diciott'anni avevo un immagine di me a trenta come di una giovane e bella donna in carriera , mi immaginavo alta , magra , capelli lunghi. Sognavo di abitare da sola in un appartamento all'ultimo piano , magari a Milano o in qualche altra città . Fare un lavoro in proprio, creativo e molto impegnativo. Avrei dovuto avere molte amiche e sicuramente almeno un amico gay , sarei dovuta essere una tipa festaiola e molto attiva , soprattutto dopo le 10 di sera. 
La realtà dei fatti è che convivo con il mio ragazzo in un appartamento al piano terra, possiedo la macchina dei mie sogni, faccio un lavoro da dipendente, esco di tanto in tanto ma solo quando mi va veramente di farlo, non esco tutte le sere per scattarmi i selfie col bicchiere in mano. Fisicamente sto meglio ora che a diciotto anni fa ( ma solo perchè alle superioriori  ero una cessa che piu cessa non era possibile diventarlo) .
Sono una brava casalinga? no . Mi piace fare la spesa e esperimentare in cucina ma soprattutto odio che ciò mi piaccia. Detesto pulire ma amo avere la casa che profuma di lisoform. Mi addormento presto sul divano la sera, ma la mattina sono sveglia alle 7:07 sempre, anche la domenica e senza sveglia. Di questo mi vergogno moltissimo.
Se dovessimo fare un bilancio credo di meritarmi la sufficienza .. si insomma avrei potuto fare di più , ma sarebbe anche potuta andare peggio. 
Potrei essere ancora a casa dei miei , guidare la peugeot blu di mio papà , stare a chiedere il permesso per uscire oltre la mezza notte il sabato sera, litigare per chi pulisce il bagno e chi va a messa . Sarebbe terribile . Certo non avrei la preoccupazione di essere morsa dai calzini sporchi di due settimane , non dovrei interpellare indiana jones per trovare un paio di pantaloni puliti e non dovrei avere un calendario per lo sfalcio del erba condominiale .
Dai sufficienza con la raccomandazione di fare meglio l'anno prossimo.  



sabato 7 giugno 2014

LA RAGIONE E IL PENSIERO

Oggi pensavo alla pesantezza dei propri pensieri .
Qualche volta mi trovo imprigionata dentro ad un circolo vizioso dove il pensiero di qualche problema  della vita quotidiana si ripete in loop notte e giorno sbattendo dentro alle pareti della mia testa come una mosca imprigionata sotto un bicchiere . 


Mi ricordo che quando ero più piccina mi succedeva la stessa cosa se per esempio non avevo fatto bene un compito per la lezione del giorno successivo . Una sera mia zia mentre mi metteva a letto mi suggerì di dire una preghiera a Dio per chiedergli di non essere interrogata il giorno dopo, in questo modo mi misi nelle sue mani la buona riuscita della lezione del giorno seguente e potei andare a letto e dormire il sonno tranquillo .


Avere qualcuno a cui affidare i piccoli grandi drammi della nostra vita è davvero rilassante .
Da quando ho smesso di credere nell'esistenza di Dio ho perso questo lusso . Se la fanciullezza rappresenta il nostro medioevo cerebrale , l'adolescenza è sicuramente il Rinascimento . 
E io là mi sono barricata , in un luogo mentale dove l'uomo e il suo cervello sono il centro assoluto del mondo, la razionalità è tutto e non lascia spazio nulla che non sia visibile e provabile . 
Certo che questa coscienza tremendamente materiale grava pesantemente sulle spalle di ogni individuo cosciente . 
Non esistono più giorni di vacanza , non c'è riposo mentale, non c'è fato-destino-fortuna. Essere gli artefici di se stessi è davvero un duro lavoro , un' po' come passare dal lavoro dipendente all'essere l'imprenditore di te stesso. 
Di giorno lavoro da subalterna per non avere responsabilità , ma la sera quando resto sola con me stessa mi trovo a fare i bilanci della mia vita . È dura non avere un capo, sono in grado di essere responsabile delle mie azioni, e mi comporto nel migliore dei modi non per paura della punizione ma perché mi piace dare il meglio , nonostante ciò di tanto in tanto sento di avere bisogno di un "direttore generale " che si assuma qualche responsabilità quando voglio fare qualche ora di vacanza .